Intervista con Giuseppe Cappelletta, 55 anni, il nostro referente commerciale da quasi dieci anni per la zona compresa tra Molise, Puglia nord e Benevento.
Ciao Giuseppe, ci racconti come hai iniziato a lavorare nel mondo dei lubrificanti?
Me lo ricordo benissimo: era tra marzo e giugno del ’91, dopo cinque anni passati a lavorare nei trasporti mia madre mi ha suggerito di diventare un commerciale. Ho fatto un corso e dopo poco mi ha chiamato una nota società competitor di Roloil: da lì mi si è aperto un mondo e ho trovato la mia vocazione.
Avevi sempre voluto diventare un commerciale?
Prima di intraprendere questo cammino, erano stati anni difficili: dopo il diploma da geometra volevo iscrivermi all’università ma le cose sono andate diversamente. Mio padre è mancato e c’era l’urgenza di portare a casa uno stipendio.
E quando sei arrivato in Roloil?
Lavoro in Roloil da quasi dieci anni e mi occupo di coordinare tutta la zona a nord della Puglia [provincia di Foggia, BAT e Bari, N.d.R.], del Molise e della provincia di Benevento. Qui ho fatto il salto di qualità perché ho iniziato ad avere sempre più responsabilità con un ruolo da coordinatore commerciale.
Ci spieghi meglio quali siano i tuoi compiti?
Io visito tutte le realtà che abbiano esigenze di lubrificazione per vendere i prodotti di Roloil, in particolare officine meccaniche e aziende agricole ma non solo. “Siamo strutturati anche per servire la sarta che ha bisogno dell’olio per la macchina da cucire” mi hanno detto appena ho iniziato [ride, N.d.R.]. Era ovviamente una battuta ma devo dire che rendeva bene l’idea.
Io ho poi anche il compito di raccordare il lavoro degli altri commerciali di zona: Roloil è praticamente l’ultimo marchio con una sua forza vendita presente sul territorio e che non affida la sua distribuzione principalmente ai distributori. Questo permette a noi commerciali di instaurare un rapporto con il cliente molto più solido e raggiungere ogni zona d’Italia.
Qual è l’aspetto di Roloil che ti piace di più?
Sicuramente la familiarità. Qui non mi sono mai sentito un estraneo o solo una e-mail. Roloil è fatto di persone e, avendo una importante storia che nasce nel 1933, ha affrontato così tante differenti casistiche che abbiamo sempre la soluzione per ogni nuova eventualità.
Che rapporti hai con i tuoi clienti?
Bisognerebbe chiedere a loro [sorride, N.d.R.]. Assolutamente ottimo: è proprio la relazione che riesci a instaurare l’aspetto che mi motiva di più ogni giorno. Noi commerciali siamo l’avamposto sul territorio che rappresenta il brand e deve relazionare alla sede quali sono i cambiamenti in corso e le nuove esigenze. Con alcuni clienti mi capita poi di ritrovarmi allo stadio a vedere il Foggia o in campeggio.
Parlaci ora del tuo team: chi siete?
Siamo in totale otto. Oltre a me, ci sono Savino, Enrico, Raffaele, Marco, Pietro, Vito e da poco si è unito anche Fabio. Sono davvero tutti fantastici, molto capaci e affidabili. Persone con cui ho instaurato un rapporto che va oltre l’ambito professionale e con cui si trovano sempre vari argomenti di cui parlare anche al di fuori del lavoro.
Ce li descrivi brevemente?
Enrico è detto “il farmacista” per quanto è preciso. Raffaele è l’artista del gruppo: suona la chitarra ed è il più estroso. Marco ti colpisce per la sua particolare educazione; insomma, un uomo d’altri tempi. Savino è molto sicuro di sé ed è sempre esuberante. Poi ci sono Pietro detto “Piero”, il galantuomo, e Vito, una persona che ti viene sempre in soccorso. Infine Fabio, la giovane new entry, che sto imparando a conoscere: per ora lo definisco molto affidabile ma vi saprò dire [ride, N.d.R.].
Non posso però non citare anche Filippo, professionista attento, scrupoloso e molto preparato, e i funzionari commerciali della filiale di Napoli: Rocco, lavoratore instancabile e passionale, e Luisa, Rossella e Mary, che hanno una pazienza e disponibilità rara. È bello lavorare con una squadra allargata così!
Quale consiglio ti senti di dare a chi volesse intraprendere la tua professione?
È un lavoro complicato: bisogna crederci e avere passione. Richiede impegno, dedizione e soprattutto la determinazione a non mollare alle prime difficoltà. Ti devi innamorare del fatto che sei un supporto reale ai bisogni dell’altro. Se lo fai tanto per farlo, non è il tuo mestiere. Passione e relazione sono i due concetti chiave.
Ci racconti un aneddoto divertente?
Meglio che non faccia il nome ma una volta c’è stato un litigio con un cliente che voleva interrompere la fornitura: grazie al lavoro di squadra siamo riusciti subito a recuperare il rapporto. Quel cliente continua a essere seguito dallo stesso agente… ma lui non lo sa [ride, N.d.R.].