Le tre generazioni Fienga in Roloil

13 Settembre 2022 News

Storia e aneddoti della famiglia di Scafati che, di nonno in padre e di padre in figlio, lavora nel reparto commerciale di Roloil da oltre settant'anni.

Ciao Giovanni, la tua famiglia ha scritto importanti pagine della Roloil. Ci racconti come tutto è iniziato?

Mio nonno, anche lui Giovanni – mi hanno chiamato così in suo ricordo – era diventato agente Roloil nel lontano 1949. Parliamo di  un’epoca fa. La guerra era finita da poco e tutto il Paese era impegnato nel ricostruire completamente la propria economia. Sono stati fortunatamente anni di grandi investimenti e di forte industrializzazione. Io ovviamente non c’ero ma me l’hanno raccontato. Mio nonno è stato bravissimo a conquistarsi la credibilità e la fiducia delle officine della zona.

Conosci qualche aneddoto interessante di quegli anni?

Sicuramente il più divertente è legato al fatto che, quando mia zia ha fatto la comunione, mio nonno l’ha accompagnata in chiesa con un’automobile con il logo Roloil!

E invece tuo padre, Francesco, quando ha iniziato?

Mio padre ha iniziato nel 1977, dapprima affiancando mio nonno, per poi rilevarne a poco a poco le attività. Non avendo potuto osservare sul campo mio nonno, che è venuto a mancare poco dopo la mia nascita, posso fondare il mio racconto soltanto sul lavoro di mio padre, che ho visto all’azione per tanti anni. E per me rimane il modello a cui continuare ad ispirarmi, poiché mi ha insegnato tutto quello che so di questo splendido lavoro.

Cosa intendi?

Vedete, per me a fare la differenza in questo lavoro è il carattere, il temperamento. In questo tipo di lavoro è facile perdere un cliente per una banale discussione o per una risposta più aggressiva del dovuto. Al contrario io sono una persona molto solare, paziente, non me la prendo mai. È ovviamente capitato che venissi accolto male da qualche cliente o che questi si lamentasse di qualcosa ma io, che sono di indole per niente litigiosa, cerco di andare oltre e non prenderla sul personale. Non dico che sia sempre facile! [Ride, N.d.R.] Io mi armo di pazienza e, se un cliente quel giorno è scontroso, provo ad incontrarlo nuovamente dopo qualche giorno, sperando in un suo approccio completamente differente. Certo che se anche la seconda volta non va bene… allora lascio perdere! Anche la mia pazienza ha dei limiti! [Ride, N.d.R.]

E in che modo tuo padre ti ha insegnato questo?

Prima di subentrare completamente nel suo ruolo commerciale, ho vissuto la stessa esperienza formativa che lui aveva effettuato con mio nonno: l’affiancamento, ossia una sorta di stage sul campo. E quindi ho avuto modo di vedere un professionista all’opera, da cui ho potuto trarre le basi e gli insegnamenti su cui costruire successivamente un metodo personale di lavoro.

E qual era il suo approccio?

Per lui andare a lavoro ogni mattina era come uscire per incontrare degli amici. Si recava dai clienti senza mostrarsi mai di fretta, prendendosi il tempo di chiacchierare e interessandosi anche alle sue vicende familiari e personali. Ciò induceva il cliente stesso, senza alcuna insistenza o pressione da parte di mio padre, a richiedere l’ordine di qualche prodotto Roloil. Certamente il rapporto personale e di fiducia instauratosi aiutava nella vendita e nella sponsorizzazione dei prodotti. Con alcuni clienti è riuscito anche a creare dei legami che andassero oltre la sfera lavorativa, condividendo momenti di vita familiare come quello delle vacanze estive.

Marzo, 2019: pensionamento di Francesco Fienga e passaggio di consegne al figlio Giovanni.
E tu quando hai iniziato ufficialmente?

Nel marzo del 2019. Mio padre ci ha messo un po’ a lasciare totalmente il lavoro di una vita, ma alla fine ha effettuato il passaggio di consegne: da un lato la meritata pensione e dall’altro l’inizio di un nuovo percorso professionale [sorride, N.d.R.].

E ora tu come ti trovi?

Per me il mondo Roloil è legato indissolubilmente al concetto di famiglia. È un’identità che ci trasmettiamo da tre generazioni e sono proprio tutti i ricordi e le tante fotografie che abbiamo in casa che mi fanno sentire orgoglioso di far parte di questa realtà lavorativa. È ovvio che senta forte su di me la responsabilità, perché tutto il lavoro svolto da mio padre e da mio nonno prosegua sulla stessa scia di stima e successi, tentando, se possibile, di fare ancora meglio. Chissà che questa saga familiare tra qualche anno non continui con la quarta generazione! [Ride, N.d.R.]